Per ragioni che sarebbe interessante capire, durante gli anni ’70 Venezia è diventata il set prediletto di tanti film thriller e horror. Le atmosfere decadenti della città – allora bisognosa di restauri specialmente nelle sue zone meno centrali – certamente costituiva un plus per registi e sceneggiatori. Tra una pletora di film non sempre memorabili, una produzione importante come quella di Don’t Look Now di Nic Roeg (buffamente ribattezzato dal distributore italiano con “A Venezia un dicembre rosso shocking”) resta una pietra miliare.
La storia (niente spoiler!): durante un nebbioso inverno veneziano, Donald Sutherland, un restauratore trasferitosi a Venezia con la moglie (Julie Christie) per lavorare alla chiesa di S.Nicolò dei Mendicoli, è continuamente tormentato da sogni e premonizioni, mentre un serial killer si aggira per le calli di una città che è «una presenza sinistra» di per sé stessa. Assolutamente da vedere per gli amanti del genere (e di Venezia).
Una piccola curiosità: Robert Wyatt compose il suo capolavoro Rock Bottom mentre soggiornava alla Giudecca durante la lavorazione del film, al seguito della futura moglie Alfreda Benge, assistente al montaggio di Roeg. La tastiera dal particolarissimo vibrato con cui Wyatt produce i suoni acquatici del disco fu comprata proprio a Venezia (molte delle botteghe che si vedono nel film oggi hanno chiuso, ma quel piccolo negozio di strumenti musicali vicino a S. Marco esiste ancora!)
Una recensione del critico Glenn Kenny: https://www.criterion.com/current/posts/3591-two-intertwined-semi-venetian-masterpieces
Un intervista a Nic Roeg sul film: http://www.film4.com/special-features/interviews/interview-with-nicolas-roeg-on-dont-look-now