C’è stato un periodo, in realtà piuttosto breve, in cui Venezia non era soltanto un affascinante set cinematografico, ma la sede del produttore stesso. Persino tra i Veneziani, pochi ormai ricordano che in città, a pochi passi dal Molino Stucky (e quindi dalla Residenza Grandi Vedute), dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ai primi anni ’50 è esistito un luogo in cui il cinema veniva ideato, finanziato e realizzato.
Questa storia inizia a Roma, nel 1943, quando Cinecittà, la piccola Hollywood italiana, venne requisita dai nazisti. Un importante produttore dell’epoca, la Scalera Film, che aveva fino ad allora prodotto molto cinema di propaganda per il regime fascista, oltre che alcuni film di ambientazione veneziana, decise di spostare la propria sede proprio a Venezia, e per la precisione alla Giudecca, allora cuore industriale della città. Lì vennero girati vari film in costume, diretti in particolare da alcune glorie del cinema italiano degli anni ’30 e, dopo la guerra, alcune coproduzioni internazionali, tra le quali spicca nientemeno che l’Otello di Orson Welles.
Ironia del destino, la storia del Moro di Venezia fu anche una delle cause del declino della Scalera, che fallì pochi mesi dopo l’uscita del film, nel 1952, e chiuse i suoi studi alla Giudecca. Da allora l’industria cinematografica ha abbandonato la Laguna e non rimane più nessuna traccia di quella breve stagione. I ruderi del teatro di posa della Scalera erano ancora visibili sino al 2007, quando sono stati rasi al suolo nel corso di un progetto di riqualificazione, ancora in corso. Ci restano comunque una trentina di film, alcuni del tutto dimenticati. Tra questi una singolare fiaba gotica, La Gondola del Diavolo di Carlo Campogalliani, del quale esiste un frammento su Youtube…